mercoledì 8 novembre 2023

chi mi presta un gettone?

 


Da ragazzo ho sempre studiato quel poco bastante a superare i vari livelli scolastici che ho affrontato. La scuola mi pareva una costrizione  necessaria per continuare a rimanere in famiglia :Fai quello che devi  e forse avrai quello che ti occorre.
Poi la vita mi ha condotto in tutt'altre direzioni e non mi sono mai curato di mettere in pratica quel poco che avevo appreso.
Indubbiamente , dandomi da fare, ho imparato molte cose e lentamente sono anche riuscito a capire quanto tempo avevo trascorso senza accorgermi delle opportunità che i vari corsi, le tante materie scolastiche studiate poco e gli esseri umani con i quali avevo interagito mi offrirono da giovane.
Dislessico, poco capace di sostenere con attenzione più un'ora di qualsiasi materia scolastica, mi rifugiavo in un mio universo per il novanta  per cento del tempo trascorso in aula.
Straordinariamente, avevo però la  capacità di partecipare in maniera molto attiva a qualsiasi discussione annichilisse il resto della classe, e spesso i professori si lasciavano trasportare in argomenti che, partendo da ciò che  loro avevano nel  programma di corso, finivano a quello che interessava a me.
Un odio profondo per le nozioni mi perseguita ancora, 4/3 di pìgreco moltiplicato r al cubo?= Volume della sfera.
Il logaritmo di uno? =Zero.
L'energia cinetica? = 1/2  della massa per la velocita al quadrato.
Un cervello pieno di tutto ciò che oggi, in tempo reale, trovi con qualsiasi app.
Ed eccoci al punto,  da ragazzo amavo leggere, Urania era il mio habitat preferito, 
lì le teorie e le nozioni si davano per scontate,  i mondi in cui si viveva erano assolutamente indefinibili, gli eroi avevano sempre una missione improbabile da compiere e il pensiero  spaziava
senza alcun bisogno di definire razze, entità o meccanismi che spesso, pur essendo partoriti dalla fantasia di scrittori umani, di umano non avevano niente.
Ed è proprio in questo universo in cui ho condiviso : viaggi nel tempo, teletrasporto a portata di tutti,  robot amici e replicanti pericolosi, che ho scoperto quanto possa essere difficile guardare al futuro.
La scuola non poteva proprio arrivarci, tant'è che stenta ancora a farsene una ragione, ma il mio amico Asimov si, ed è con lui che mi piacerebbe litigare un po', proprio come facevo un tempo con i miei professori. Caro Isaac, gli direi, ma come, l'aveva già inventato Marconi, Hedy Lamarr l'aveva perfezionato e tu invece niente, a cavallo tra i bastioni di Orione e gli anelli di Saturno non c'è non dico un modello recente con almeno cinque telecamere e una memoria da un miliardo di megabyte ma uno semplice,  uno  piccolo , di quello che danno a noi anziani, con i tasti giganti e il volume per sordi, l'Iphone alla portata di tutti, nei tuoi racconti avresti dovuto immaginarlo, ti consolerà sapere che sei in buona compagnia, infatti nessun tuo collega in tempi non sospetti l'ha mai fornito a qualche suo personaggio. Ah se tu l'avessi fatto, io poi  avrei pensato a tutto il resto. 
Che la forza sia con voi!


Nessun commento:

Posta un commento