venerdì 24 gennaio 2014

A Montalbano non sarebbe mai capitato.


Sorrentino era salito in ufficio dopo aver fatto colazione, in mano aveva il libro giallo che aveva finito di leggere e che avrebbe dato in prestito al suo vice De cataldis;  la bullmastiff, stranamente, aveva saltato l’appuntamento con il bar di Giggino e questo significava solo che si era già intofata come un porcellino appresso ad Antonino Gargiulo.” Salve Dottò, come state oggi? Avete dormito bene? E la fidanzata che dice!?”
Salvatore guardò di traverso il suo sovrintendente preferito, poi, abbassando un attimo lo sguardo, sorprese l’U.C. che agguattata dietro a Tonino faceva rapidamente sparire le ultime tracce di zucchero a velo a colpi di lingua.” Come fuoco di copertura la tua sequela di domande premurose è andata a vuoto, l’ho vista, ma soprattutto, errore gravissimo da parte sua, non ha avuto il muso tosto di accompagnare me a fare  colazione, questa sì che sarebbe stata una tecnica magnifica! Che vuoi farci, la bestiola deve ancora imparare.” “ Ma dottò che dite, quella Amalia è venuta con me solo per farmi compagnia… tant’è vero che Giggino si è pure preoccupato per la sua inappetenza…” Poi rivolto al cane:” Bell’a papà! Fa che non stai bene!?” I due sguardi, entrambi da anime candide, si incrociarono con quello fintamente duro del commissario e come al solito a Sorrentino scappò da ridere.” Vogliamo vedere un pochino di lavorare!? De cataldis si è visto?” Gargiulo scosse il capo, mentre la bullmastiff, superata la fase” coscienza sporca”, strusciandosi al commissario era passata alla fase” torna a casa Lassie”; il commissario le gettò ancora uno sguardo duro, poi tese il braccio con la mano rivolta in basso, mimando una carezza che Amalia fu pronta ad accettare. Il sovrintendente Gargiulo, un tantino geloso, riprese a stuzzicare il suo capo:“Commissà, ma questo libro che tenete in mano, è sempre di quel famoso collega vostro, al quale capitano minimo due omicidi alla volta!? Quello che pur essendo alto quanto un puffo, e non avendo un capello in testa, sta sempre pieno di femmine vogliose? Che ingiustizia però, a noi succedono solo cose scoccianti e, in quanto ad avventure galanti , voi mi parete un monaco Zen.” Sorrentino lo osservò un attimo senza rispondere, e mentalmente  si concesse qualche secondo per considerare la propria esistenza, poi, tornato in sè chiese:” Scusa Tonì, ma tu di Zen che ne sai!? Io credo che noi lavoriamo bene  e quello che ci capita lo affrontiamo con la giusta professionalità. Questa qui è una terra calma, qui non muore ucciso mai nessuno ed io dico per fortuna; non è che uno, per essere famoso, deve augurarsi il male degli altri.”
In quel momento Amalia iniziò ad agitare la coda, il vice commissario De cataldis fece la sua apparizione e in maniera concitata intervenne:” Salve a tutti!  Salvatò aspetta a parlare, proprio adesso, mentre salivo le scale, ho sentito che all’ufficio denunce è arrivata una donna che, piangendo, stava spiegando all’agente Mastro che qualcuno ha ucciso qualcun’altro.” Un secondo dopo i tre, coadiuvati dall’unità cinofila, erano schierati curiosi nell’ufficio menzionato. I singhiozzi della denunciante si sentivano già dal corridoio e la scena pietosa che si mostrò agli occhi del commissario Sorrentino e dei suoi assistenti era straziante. L’agente Mastro però appariva serafico, per niente turbato, anzi un tantino divertito, egli aveva passato alla donna uno scatolo di cleenex, ed ora la invitava a gettare quelli usati per asciugarsi le lacrime nel cestino della carta. Gargiulo fu il primo ad immedesimarsi nella sciagura che certamente aveva colpito la signora:” Non si preoccupi, ci siamo qua noi, faremo tutto il possibile.” Mastro lo guardava e pareva sempre più sogghignante. Allora De cataldis ruppe gli indugi:” Che cosa è successo? C’è stata una sparatoria?” E così dicendo involontariamente andò a cercare automaticamente con la mano la fondina rimettendola in posizione. La donna sospirò e tirando un tantino su con il naso rispose:” No! Quel maledetto ha usato il veleno… il veleno per i topi!” Il commissario guardava l’agente Mastro il quale gli indicò un involto poggiato sulla sua scrivania: “ Cos’è quello ?” Chiese il sovrintendente Gargiulo, Mastro sorrise:” Quello è il morto assassinato!” E così dicendo scoprì sotto il naso della squadra investigativa del commissariato di Sorrento un bellissimo gatto nero stecchito. La signora, che si era un tantino calmata, alla vista del suo adorato micio  scoppiò di nuovo a piangere:” E’ stato il mio ex, non l’ha mai sopportato, era addirittura geloso di lui.”
I tre guardarono all’unisono nella direzione di Mastro il quale aveva aperto le braccia ed era fermo nella classica posa:” Che cazzo ci posso fare!?” Fu Gargiulo che in maniera rapida risolse il caso, egli afferrò l’involto con il cadavere , prese una busta di plastica nera di quelle usate per la spazzatura, ci applicò un’etichetta autoadesiva e con precisione poliziesca ci scrisse:” All’attenzione del reparto di polizia scientifica (Napoli) prova numero uno.” La signora lo guardava estasiata, mentre Sorrentino e De cataldis uscivano sghignazzando dall’ufficio.

 

1 commento:

  1. Io, se qualcuno avvelenasse uno dei nostri gatti sanremesi, altro che andare alla polizia........
    Gianni (e Donatella)

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