Guardare un bambino che gioca è un momento che ci rende più allegri,
in quegli atti spensierati ritroviamo qualcosa di noi che ha uno strano odore,
un sapore che sappiamo di aver perso per sempre ma che ci affanniamo ad inseguire.
Ecco!... Il piccino adesso incurante
della materia che sta maneggiando, fango, saliva, cacca del naso e altri
elementi naturali che a noi fanno un certo senso, l’ addensa e l’ impasta per dar
vita a nuove idee; è instancabile, non
si cura del caos che ha intorno né del tempo che passa. Certo è un gioco di
fantasia ma guardando meglio c’è una parte di quella materia che inizia a
brillare e lui, il piccolo, la scaglia lontano riempiendo lo spazio di schizzi
così, solo per guardare ridendo i nuovi effetti che ne vengono fuori. E’ un gioco,
tranquilli!... Ma ancora, sempre con le sue manine appiccicose, soffiando e
strillando, qualcos’altro prende forma e sono esseri strani dalle sembianze
stravaganti e tutti in qualche modo trovano la loro funzione e si assoggettano
alle stesse leggi e il gioco continua… da milioni di anni.
Quel bambino è il figlioletto terribile della nostra vicina di casa, gioca e si diverte, ma mentre lo fa assomiglia tantissimo all’idea che ho di Dio.
Quel bambino è il figlioletto terribile della nostra vicina di casa, gioca e si diverte, ma mentre lo fa assomiglia tantissimo all’idea che ho di Dio.
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