domenica 10 febbraio 2013

L'educazione di una giovane bullmastiff


-Seduta! … Bravissima.-
-A terra!-  L’esecuzione fu da manuale .
-Adesso fammi vedere la pancia… bene così, sei perfetta-
-Ora stai attenta, dammi la zampa destra… brava!  Non ti distrarre, osserva bene, voglio un bacio!  Ma lo voglio qui sulla guancia…-  Un attimo di esitazione  e poi la  cagnetta, quaranta chili di peso, con un balzo mi dà una leccata affettuosa proprio dove io le avevo indicato.
I miei amici francesi non credevano ai loro occhi.
I due erano ospiti nel nostro cottage in giardino  e sarebbero rimasti con noi per tre settimane.
-Vedete- Dichiarai con presupponenza- Educare un cane significa parlargli , instaurare un dialogo. L’anno prossimo quando tornerete la vostra amica a quattro zampe avrà imparato anche a leggere e a scrivere.-
Le risate del gruppo si sentirono per tutta la serata e tra i vari argomenti il cane passò in secondo piano.
Nel periodo che Francis e Maxime  trascorsero da noi l’affetto che Amalia , la nostra bull mastiff, manifestava verso i nostri ospiti stranieri mi sembrò la normale conseguenza di quello che io e la mia compagna abbiamo per questi nostri straordinari amici. I venti giorni volarono, e spesso in questo tempo io notai che la nostra quadrupede mancava all’appello:- Maria! Ma che fine ha fatto Amalia? E’ l’ ora della pappa, non è mai mancata all’ appuntamento con la scodella.-
- Credo che sia giù in giardino da Francis e Maxime, passa da loro un sacco di tempo, evidentemente le piace la cucina  francese.- Il giorno della partenza arrivò inesorabile, i bagagli pronti, le abbronzature  perfette e la tristezza  negli sguardi di quattro esseri umani e di un cane che per i giorni trascorsi si erano divertiti  insieme ma che adesso stavano per salutarsi:- Io non sono una persona che si commuove,  si tratta solo di aspettare che l’inverno passi, l’estate prossima torneremo a vederci.- Questo è quanto avrei voluto dire, ma mi uscì solo un arrivederci mogio condito da due strette di mano vigorose. Mentre la mia compagna faceva l’elenco di quello che aveva in programma per loro l’estate prossima , i due confabulavano in francese. Fu Francis a parlare :- Adesso amici dopo aver salutato voi in italiano credo che mi tocchi salutare Amalia in francese.-
Io lo guardavo pensieroso, certo erano già tre anni che Francis e Max tornavano da noi e io veramente di francese avevo imparato poche  banali parole, tutte collegate a qualche modo di dire o a qualche pubblicità e quindi inutili per dialogare. :- Caro il mio maestro  per cani…- Continuò il francese… mentre io cercavo di capire dove volesse andare a parare, lui assunse un tono altezzoso e si rivolse alla Bullmastiff chiamandola:-  Ma chere Amalie – A queste parole la bullmastiff drizzò le orecchie e si mise in attesa.   Francis quindi, con molta teatralità, sciorinò nella sua lingua gli stessi identici comandi che io avevo,  con mesi di impegno, insegnato alla mia  cagnetta . Inutile dire che la bastarda eseguì perfettamente tutto il repertorio lasciandomi con un palmo di naso. Ciao AMICI.

3 commenti:

  1. in questa foto sembra ancora più bella. f.

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    1. Veramente sto insegnandole a coltivare l'orto, così avremo più pomodori per tutti. Ciao fratello topo.

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