sabato 22 dicembre 2012

Sorpresa di Natale


Il rumore mi svegliò di soprassalto, ebbi appena il tempo di percepire un lampo fortissimo e il pensiero scattò automaticamente :- Fulmine in giardino!  Addio alla caldaia, al computer e a tanti altri congegni collegati all’impianto elettrico. Meglio tornare a dormire… domani faremo l’elenco dei danni.-
L’alba arrivò prestissimo e l’inquietudine si sciolse nella constatazione che l’acqua calda c’era:- La caldaia è salva !- Canticchiai infilandomi sotto la doccia. In un giro rapido di verifiche il mio umore migliorò ancora fino alla sfavillante conclusione che tutto funzionava alla perfezione, ero stato fortunato; ma ancora non sapevo quanto lo fossi stato.
Le mie bimbe erano pronte per andare a scuola, la più piccola prima di infilarsi il cappellino di lana mi fece l’occhiolino, poi mi venne vicino e mi sussurrò:- Dai papo non preoccuparti, non dirò niente a nessuno.
Però che bella sorpresa! Ma hai pensato a cosa gli darai da mangiare?- Guardai l’altra figlia e notai dal suo sguardo preoccupato che la risposta interessava anche a lei, mi fermai un attimo a osservarle, forse era l’aria natalizia, oppure era il profumo di dolci che aleggiava in casa, qualcosa doveva pur esserci di speciale quella mattina; l’unica cosa a cui non diedi peso fu quella domandina  semplice semplice che da li a poco avrebbe sconvolto la mia idea del Natale :- Forza bimbe sbrighiamoci, oggi c’è la recita a scuola e non possiamo fare tardi.- Le due mi seguirono  con una certa pigrizia,  mentre le trascinavo confabulavano tra loro su un numero che per la piccola era sicuramente otto, mentre per Passettina  che, dall’alto dei suoi due anni di vita in più la sapeva lunga, era certissimamente nove. La recita fu il solito strazio , ma io e mia moglie  ci facemmo un sacco di risate , tornammo a casa felici e nessuno fece caso alla figlia piccola che in un baleno sparì in giardino. Mentre stavamo per sederci a tavola fu l’altra che ci diede da pensare, si mosse rapida come chi ha già un piano, prese un piatto pulito e iniziò a riempirlo di dolci e di frutta e, finita l’operazione ,corse anche lei fuori lasciando noi genitori e la terza figlia grande a guardarci perplessi.
Maria , la mia compagna , ruppe il silenzio:- Credo che stiano preparando un’accoglienza particolare per Babbo Natale,  saranno certamente nella loro casetta in giardino a discutere su cosa sia più gradito al vecchio con la barba.- Provai ad alzarmi  per andare a dare una mano farfugliando qualcosa, ma lo sguardo severo di Francesca mi bloccò :- Lasciale fantasticare, il senso del Natale  sta proprio in queste cose, sono i bambini che con i loro sogni rendono l’atmosfera così suggestiva.-  Provai una fitta d’invidia e senza accorgermene mi ritrovai attaccato con il naso alla finestra a guardare lontano, alla ricerca di qualcosa che in realtà era nei miei ricordi ma che non riuscivo a definire.
Le due complici arrivarono all’improvviso  e  istantaneamente anch’io tornai in me, mi trovai in un secondo circondato da due folletti ansiosi di condividere lo spirito natalizio:- Sai papo si sono semplicemente perse, ma adesso verranno a prenderle, devono solo  aspettare il navigatore che conosce le strade, sono in otto ma con Rudolph dal naso rosso diventeranno nove.- - Perfetto ! -  Mi trovai a rispondere:- Per il navigatore rotto non c’è nessuno bravo come Rodolfo!... Chi è, un amico di Francesca?... Quando si è rotto il Tom Tom ?  Sarà stata vostra madre, in ogni caso possiamo andare su internet, impostiamo la destinazione e… -
Le due mi guardarono come molto tempo fa mi guardò il mio professore di analisi matematica quando, su sua specifica richiesta, all’esame cercai di dimostrare l’esistenza degli zeri.
- Ma papà cosa dici!?- - Ma papo non sai niente!- Fuori cominciò a piovere e l’acqua era così fina che pareva neve:- Guarda  papino nevica, adesso si che sembra Natale!- Cercai di spiegare alle due pesti che la neve ha tutt’altra consistenza ma loro iniziarono a fantasticare su come sarebbe diventato il giardino tutto bianco,  quanto alto sarebbe stato il pupazzo di neve che io avrei provveduto a costruire e  se fosse il caso di comprare uno slittino. – Calma piccole mie, un giorno andremo sulla vera neve così vedrete…- Mentre cercavo di erudirle  il campanello di casa ruggì, mia moglie corse fuori  e dopo venti minuti, non vedendola rientrare, andai a guardare chi avesse bussato. Maria era accanto al cancello e guardava verso la strada:- Scusa!? – Le chiesi – Cosa succede?- Nessuna risposta. -Ma chi era al citofono?- Sguardo perso nel vuoto.-
Guardai in fondo allo stradone  e vidi che il cancello grande del nostro passo carrabile, quello che da direttamente in giardino, era spalancato. Cercai ancora  di avere informazioni da mia moglie e lei come se tornasse in sè in quel momento mi fa:- Non mi crederesti mai… - La neve a quel punto cadeva copiosa e solo allora notai che nel nostro viale c’erano tantissime impronte di animali, sembravano lasciate da un gregge di capre.  Corsi verso il giardino scivolando in maniera ridicola, le mie bambine erano li, con  gli occhi lucidi di lacrime e le manine ancora alzate in un cenno di saluto. Lo so… risulta poco credibile, ma vi assicuro che ho ancora un sacco pieno di cacca di renna conservato... Auguri!

1 commento:

  1. aaaa, è il sacco di cacca di renna quello in cui siamo malauguratamente inciampati.....e in cui ci rigiriamo da un anno!

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