venerdì 2 novembre 2012

Biancaneve e i sei nanetti


Erano sette , ne era certo. Fino al giorno prima  i nani erano sette , o forse non era il giorno prima?
Guardando sconsolato il gruppo di statuine che da sempre arredavano quella zona del giardino, la sua dislessia lo indusse a contarle ancora; niente da fare, ne mancava una.
Cercando nei meandri della sua mente ingarbugliata  non riusciva a ricordare l’ultima volta che, giocando ad assegnare ad ognuno di loro il giusto nome, li aveva automaticamente contati .
La paura di essersi accorto solo quella mattina della sparizione di Cucciolo lo attanagliava, chi sa da quanti giorni, forse mesi, il settenano mancava all’appello.
Avvicinandosi alla postazione in cui , ne era certo, il nanetto con la sua lanternina in mano era situato, cercò sul terreno qualche traccia recente: la zona era intatta. Niente impronte, né erba calpestata, Biancaneve un poco più in la  lo guardava a braccia aperte in un atteggiamento che pareva sottolineare tutto il suo disappunto.
Preso dal panico corse verso casa per comunicare a tutti il disastroso evento.
La riunione di famiglia avvenne sotto al porticato, nessuno aveva notato nulla di strano, nessuno si era accorto che Cucciolo fosse sparito.
- Cosa facciamo?- chiese con ansia aspettandosi un minimo di collaborazione­. Fu la figlia piccola  a parlare per  prima:- A me sembra l’occasione giusta per ammodernare il giardino!... E dai papà, saranno cent’anni che quei nanetti stanno li. Io quando vengono i miei amici a trovarmi mi vergogno di farli passare in quella zona.- Gli sguardi del resto della famiglia erano altrettanto eloquenti, ma  per lui era una questione di principio; le cose  da capire erano come, dove, e perché Cucciolo fosse sparito.
Fece un rapido riepilogo della giornata e… - Ma certo! Oggi è il primo d’aprile, sarà certamente stato il mio amico Wolfe, adesso lo chiamo e ci facciamo due risate; però! Che scherzo simpatico.-
Dopo essere stato torchiato per dieci minuti buoni, Tonino Esposito  in arte Wolfe  continuava a respingere ogni accusa in merito alla sparizione della statuina:- Salvatò ma rifletti, se avessi voluto rapire qualcuno a casa tua avrei portato via Biancaneve, lo sai che ho una passione per le brune…- Risatina di sfottò.
- Fai una bella cosa, trova uno scatolone abbastanza capiente, mettici i nani residui e portali a sperdere. La bruna invece la porti a me, la metto nel mio  museo degli orrori. Ciao… e buon pesce!-
La sera stava avvicinandosi e lui provò una stretta al cuore al pensiero di ciò che poteva capitare al povero Cucciolo lontano da casa, poi decise:- Domani chiamerò un esperto,  un vero detective.-
La notte fu un calvario, cercando di ricordare l’ultima volta che aveva visto il nanetto non gli riuscì di chiudere occhio. Erano appena scoccate le sei che, rifatta una rapida quanto inutile perlustrazione in giardino, cercò nella sua rubrica telefonica il numero del detective esperto di giardini.
Alle sette e mezza aveva già il telefonino in mano e guardando con preoccupazione il display rimase pensieroso per quasi dieci minuti.
- E se poi mi prende per pazzo?- la possibilità era tutt’altro che remota, attese fino alle otto e mezza, poi le sue dita operarono senza collegarsi al cervello. L’investigatore era proprio come l’aveva immaginato, aveva un taccuino e una matita e annotava ogni dettaglio,  ricordava in maniera impressionante il tenente Colombo, quello dei telefilm.
Salvatore fu molto sorpreso per la compostezza con la quale l’esperto ascoltò il suo racconto e non venne trattato come un demente quando  spiegò all’uomo quanto tenesse  ai suoi nanetti.
Dopo aver perlustrato attentamente la zona il detective restò un po’ di tempo silenzioso, poi fissandolo negli occhi, quasi volesse catturare il suo pensiero  chiese:- Ha per caso ricevuto telefonate strane, un biglietto, o una mail?- Rispose con sicurezza che no, non gli era arrivato nessun messaggio collegabile al furto. Lui riprese a scrivere poi a bruciapelo  domandò:- Come fa a dire che si tratta di un furto?-
Restò confuso e obbiettò:- Perché, secondo lei, cosa può essere successo?-
L’ospite rise in maniera composta, appena un sorriso accennato coordinato ad un’ espressione del viso che stava a significare :- Sapessi quante cose non sai!-
Cercò di farlo parlare ,ma lui riprese a scrivere fitto fitto sulla sua agendina e non lo degnò più di attenzione fino a quando la campana della chiesa vicina suonò le dieci, a quel punto gli si avvicinò, gli strinse la mano e gli sussurrò:- Ora devo andare, mi scusi ma credo di aver raccolto tutti gli indizi possibili.
Ah! Mi faccia la cortesia di avvisarmi se le arriva qualche richiesta strana; il suo nanetto potrebbe essere stato rapito.-
Rimase il resto della giornata  a ragionare sull’eventualità di un rapimento: chi poteva avere interesse a rapire una statuina da giardino?  Forse gli avrebbero chiesto un riscatto, e cosa?... o quanto!? Gli pareva un’eventualità poco plausibile, poi però col pensiero tornò allo strano sorriso dell’investigatore, era chiaro che con la sua esperienza qualcosa aveva in mente. Non  restava che attendere fiducioso il buon esito delle indagini. Una settimana volò in un baleno, tutte le mattine automaticamente ritornava a contare i nani, ormai era una specie di rito che nasceva dall’idea che :-Si! … Forse oggi! … Niente da fare, sono sei, Cucciolo non c’è!-
Ormai la sua pazienza era al limite, resistette tutto il tempo possibile ma una mattina di pioggia, era trascorso ormai più di un mese dalla visita del detective, non potè fare a meno di chiamarlo.
Il tono di voce del professionista era come al solito distaccato, privo di emozioni e Salvatore provò un certo disagio quando il detective gli chiese se avesse delle novità.- Veramente speravo che fosse lei a darmene.-L’inflessione cambiò leggermente e nelle sue parole si avvertì un che di disarmante:- Vede, non tutte le cose possono essere spiegate. Io, avendo a che fare con la natura, mi sono convinto che ci sono poche certezze. La maggior parte dei fenomeni che avvengono in un giardino sono poco prevedibili e altrettanto poco comprensibili, a lei è toccata la sparizione di Cucciolo, si rassegni all’idea, anzi tenga presente che il fatto potrebbe ripetersi con gli altri nani. Sappia anche che quanto le è capitato sarebbe stato inevitabile, lei non avrebbe potuto farci niente. Neanche se l’avessero avvisato.-
Restò con il telefonino in mano a guardare il display...


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