giovedì 19 luglio 2012

Apocalypse now


Atterrare sull’acqua o sul bagnasciuga per me è un gioco da ragazzi, certe volte mentre lo faccio mi pare di ascoltare in sottofondo la cavalcata delle valchirie di Wagner, quel pezzo è stato scritto su misura per noi cavalieri dell’aria e io riesco  sempre  a sentire il crescendo dei fiati mentre riprendo rapidamente quota, viro verso sud est ed inizio il volo radente sul pelo dell’acqua cercando di sfuggire ai radar nemici. La tensione è la stessa, proprio come nel film di Francis Ford Coppola, solo che questa è vita reale. Volare in formazione o uscire in missione come singola unità, le difficoltà sono le stesse, si tratta sempre di riportare a casa la pelle. Nel film poi certe manovre sono chiaramente fasulle, mentre io modestamente sono nato volando.
E volando riesco a fare di tutto, non ci credete?
Se solo ne ho voglia, riesco ad atterrare su una fogliolina, non temo il vento contrario, e se devo ammaro anche in una pozzanghera. E questo è ancora niente!
Voi, immaginate di dover coordinare il volo mentre adocchiate una bellissima collega che arriva di controbordo, a quel punto bisogna essere capaci di mostrare gli attributi. Con una rapida virata vi mettete al suo fianco, e se ricevete il segnale di via libera: codice verde, dovete essere in grado di accoppiarvi rapidamente, e poi altrettanto rapidamente di sparire dal suo schermo radar.
La poverina avrà giusto il tempo di accorgersi di essere stata colpita, e non le resterà che andare a deporre le uova su una bella foglia di ninfea.

Nessun commento:

Posta un commento