domenica 15 febbraio 2015

Chi trova un amico trova un tesoro


Quel mattino la passeggiata di allenamento del sovrintendente Gargiulo e della sua unità cinofila Amalia si trasformò in una missione di salvataggio. Sotto una pioggia battente, il tentativo che fece Antonino di accorciare il solito giro venne stoppato dalla sua collega quadrupede che, quando entrava in punteria e decideva di fermarsi, era come un ferro da stiro da quarantacinque chili di peso legato ad un guinzaglio.
“ Che ti succede, bella a papà, perché non torniamo a casetta nostra? io sono vecchio e ho i reumatismi...”
La bulmastiff emise una specie di mugugno e il sovrintendente capì che bisognava bagnarsi. Dieci minuti dopo i due erano al commissariato, dove l’agente Mastro in vena di scapocchiare fece il suo commento:”Eccerto brigadiè, diventerete senza dubbio una bella squadra alla Baywatch se non morite prima di bronchite… ma che tenete in braccio!?” Il povero cagnolino sembrava un maglione di lana tirato fuori dalla lavatrice dopo un ciclo di ammollo: Gargiulo si tolse la giacca zuppa e rispose al suo sottoposto” Amalia l’ha scovato sotto un’auto parcheggiata, siamo intervenuti e l’abbiamo recuperato… povera bestia, chi sa di che colore era!? E chi sa di chi è cane!?”Mastro precisò:” Si vede che è un barboncino, ed è grigio…è un cane molto elegante, quando è asciutto e pulito.” Vitaliano De cataldis fece il suo ingresso salutato dallo scodinzolio di Amalia:”Buongiorno… che ci fa questo mocio fradicio sulla mia scrivania!?”
Gargiulo guardò Mastro allargando le braccia e l’agente cercò di giustificarsi: “ E’un cane, ed è certamente scappato a qualche padrona facoltosa… magari lo stanno cercando da giorni!” Gargiulo tirò fuori la scodella di Amalia e la mise sotto al naso del piccolino; niente, solo un occhiata sdegnosa e una leccata ai baffi:”Nobile deve essere nobile, o forse è già sazio… “ Mastro gli mostrò uno strofinaccio :” Brigadiè, mo’ gli do un’asciugata, poi vedrete che mangerà… “ Amalia corse verso le scale e il commissario Sorrentino comparve sul ballatoio:” Salve a tutti ! Che succede? “ Poi guardò il cagnolino:” Piccolo! Che ci fai qui?” Amalia scodinzolò e si frappose tra il suo commissario preferito e l’intruso, si strusciò in maniera felina alla gamba di Salvatore e si sedette sul suo piede sinistro quasi a volerlo immobilizzare:” Ho capito! Sei gelosa …” “ Dottò buongiorno!” Disse Gargiulo:” Veramente sto poverino ha fatto naufragio e la nostra U.C. l’ha salvato… ci vorrebbe una medaglia.” De cataldis tirò fuori dalla sua borsa un bell’osso di pelle nuovo di zecca:” Ecco qua, detto fatto, vieni a prenderti il premio che ti spetta.” Amalia un po’ a malincuore lasciò libero il suo capo, prese delicatamente tra i denti il trofeo e sparì nella camerata.
L’albergo era uno dei più eleganti di Sorrento, il portiere guardò dall’alto della sua postazione il giovanotto che con un barboncino  in braccio chiedeva udienza, poi esclamò:” Questo è il cane dell’ambasciatrice… cioè della moglie dell’ambasciatore! Dove l’avete trovato? lo sapete che sono tre giorni che ci rompe le… cioè la signora era preoccupata, ha anche messo un annuncio sul giornale oltre ai manifesti e al resto.” Il giovane chiese perplesso:” Quale resto!?” Il signor Mennella sorrise:” Ci sono ben dodici persone in giro pagate apposta per ritrovare Ulisse…e Ulisse è lui!” Così dicendo  indicò con un dito il piccolino.” Ah bene… Ulisse! Nome leggendario; ma voi sapete perché è così importante? Voglio dire… tanto impegno per un cagnetto? boh!?” Il portiere sogghignò:” Eh! Pure a nascere cane ci vuole un certo c… una certa fortuna. Adesso vi chiamo la padrona del botolo, sono certo che farà i salti di gioia.”Al telefono interno nessuna risposta, il portiere con calma posò la cornetta:”Faccia così, vada su lei, bussi alla 333, vedrà che qualcuno le apre.”
“Sei un cretino!  L’ho sempre saputo! Ma ormai hai superato ogni limite! Il cane era stato affidato a te, siamo o non siamo soci!? Adesso siamo rovinati! Cretino! “ La voce stridula, il tono altissimo, sentita  così a primo orecchio quella non pareva proprio un’aristocratica, il giovane strinse a sé il cagnolino e gli sussurrò :”Coraggio, sei pronto a riabbracciare la tua padrona!? Comincio a capire perché tu sia scappato!” Quindi bussò alla porta della camera 333, la suite presidenziale; immediatamente all’interno dell’appartamento piombò il silenzio. Un elegante maggiordomo apparve sull’uscio:” Desidera!?... Ulisse! Ulisse! Signora corra! Ci hanno riportato Ulisse! “ La spinta che la bella turista diede al suo domestico avrebbe spezzato le gambe a chiunque, il cristiano si ritrovò appiccicato allo stipite della porta mentre lei iniziò a squittire.” Ulyss!… Mon cheri! Ulyss! Mon amour! Finalmente sei a casetta tua!”Il cagnolino  però non pareva per niente entusiasta e come atterrito dagli strilli della padrona, infilò la testa sotto l’ascella del suo salvatore.
Il giovanotto lo accarezzò tranquillizzandolo, quindi fece per porgerlo alla sua padrona, la quale abboccò e stese subito le braccia verso il recalcitrante barboncino. Il ringhio di Ulisse sorprese tutti e Peppino ritirò istintivamente verso di sé la piccola belva:”Un attimo signori, il cane sembra non conoscervi! “ Il giovane intanto pensava:” O forse vi conosce troppo bene.” La signora sembrò stizzita:” Ma che dice!… Come si permette!? Mi dia subito il mio passerotto!” Peppino abbozzò:” Prego, eccole la sua creatura… mi pare ci fosse una ricompensa!?” L’ambasciatrice riuscì a strappare di mano all’uomo il barboncino che guaì avvilito, poi con sprezzo gli disse:” Certo che c’è una ricompensa, Alfredo la liquiderà subito.” Il maggiordomo guardò con distacco il giovane poi gli fece cenno di entrare, i due restarono nel salone mentre l’ambasciatrice spariva nella sua stanza. ” Prego, si accomodi un attimo “ disse il domestico indicando una poltrona; Peppino però rimase fermo accanto alla porta chiusa.” Preferisco restare in piedi… avrei una certa fretta!” La voce della signora risuonò beffarda alle sue spalle:” La capisco perfettamente, e capisco anche che lei è un ladro…”  Poi aggiunse:” Ladro e ingordo! Ha pensato di non tralasciare nessuna opportunità… ma credo che lei abbia esagerato! E’ nei guai, a meno che non mi dica dove sono i diamanti che erano nel collarino di questa bestiaccia.”Lo sguardo minaccioso di Alfredo sottolineò il fatto che il galantuomo avesse estratto dalla tasca una rivoltella, e che adesso la stesse puntando in direzione di Peppino mentre il povero Ulisse sembrava uno straccetto per la polvere tra le mani di Crudelia Demon. Proprio in quel momento però qualcuno bussò, anzi più che una bussata parve che la porta fosse sul punto di schiantarsi, Peppino rapidamente abbassò la maniglia e Amalia entrò nella stanza come un ciclone; la bullmastiff in un attimo individuò l’uomo armato, scartò di lato e gli addentò l’avambraccio costringendolo a lasciare la pistola.   Subito appresso all’unità cinofila irruppero il sovrintendente Gargiulo e il vicecommissario De cataldis che, beretta in pugno, spiegarono alla coppietta che in Italia il contrabbando di diamanti è perseguito a norma di legge. Il commissario Sorrentino, con molta calma, entrò nell’appartamento ad azione conclusa, per prima cosa elogiò e premiò la sua unità cinofila, poi si rivolse agli ospiti:”Volevamo solo accertarci che foste consapevoli di quanto avevamo trovato addosso al vostro corriere, adesso per cortesia seguiteci in commissariato.” Peppino intanto tese le braccia verso Ulisse che gli salì subito in grembo, e  mentre il barboncino non smetteva di leccargli il viso l’agente gli sussurrò:” Non temere, anche il maltrattamento degli animali è reato… mettiamo tutto a verbale.”

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