domenica 24 agosto 2014

Mutande false


Amalia, unità cinofila di stanza al commissariato di Sorrento, si mosse nel buio rapida e silenziosa come un felino, il che per una bullmastiff di quarantacinque chili era una prestazione eccezionale. Il commissario ringraziò mentalmente sia il suo sovrintendente preferito Antonino Gargiulo da sempre dedito all’addestramento di Amalia, sia Miss, il gatto certosino che, con metodi molto materni, aveva adottato la bullmastiff da cucciola e le aveva inculcato il suo dna da killer. Sorrentino impugnava la beretta nella mano destra, mentre con la sinistra stringeva qualcosa di blu.  Il commissario con i nervi tesi e i cinque sensi in allarme cercava di non perdere di vista la collega quadrupede la quale, annusando l’aria, si avvicinava guardinga ad una barca attraccata al molo. Le luci a bordo erano accese. Il panfilo, un meraviglioso due alberi in stile old-america, sembrava deserto, ma il commissario era certo che il fiuto della sua assistente non si sbagliava, il vice commissario De cataldis doveva trovarsi lì, o almeno esserci passato per qualche motivo.
Il giorno prima Salvatore aveva ricevuto un sms dal suo collaboratore che ufficialmente era in ferie:” Ho trovato qualcosa di interessante al porto, c’è uno strano via-vai di gente dall’aria poco marinaresca, tutte persone molto indaffarate, non ho ancora capito in cosa traffichino, appena scopro qualcosa ti faccio sapere, tieniti pronto.” Sorrentino aveva subito chiamato nel suo ufficio il sovrintendente Antonino Gargiulo. “Ngiorno dottò, avete organizzato per le ferie? Andrea come sta!? Mi raccomando a quella ragazza fatele fare un bel giro… e distraetevi, distraetevi che ne avete bisogno. “Mentre Antonino parlava, la sua ombra a quattro zampe, l’unità cinofila Amalia, scodinzolando e muovendo il testone, sembrava portargli il ritmo. Salvatore sorrise:” Ma siete un duo meraviglioso! Potreste esibirvi; tu come ruffiano e lei come metronomo!   Il successo sarebbe assicurato.”Non aveva finito la frase che istintivamente con la mano andò a toccare le baffe bianche di zucchero a velo che l’efficiente u.c. aveva incautamente dimenticato di leccarsi; il commissario strofinò tra loro le dita e mentre lo faceva, allungò il braccio verso Gargiulo :” Il diabete canino! Tu a quest’animale la farai morire di diabete canino…” Antonino si allargò come una chioccia in difesa della sua nidiata, mentre Amalia frettolosamente si accucciava dietro di lui.” Dottò non credo che esista… il diabete che dite voi… quello per i cani…” Il commissario lo guardò di sbieco e tagliò corto:” De cataldis è in ferie… ti risulta!?” Gargiulo accarezzò la collega che intanto riprendeva baldanza:” Commissà… sissignore! Il vostro vice mi ha detto che sarebbe andato a pesca non lo so dove, ma mi ha anche promesso che al suo ritorno ci saremmo fatti una bella mangiata di pesce. Secondo me , e non voglio essere maligno, scarso com’è per non fare una figuraccia i pesci li comprerà il giorno prima di tornare…” Il commissario gli mostrò il cellulare, Gargiulo dopo aver letto il messaggio cambiò umore:” De cataldis non è uno sprovveduto, se ha notato qualcosa vuol dire che dobbiamo stare all’erta. Avete provato a chiamarlo?” Sorrentino si rimise il telefono in tasca:”l’sms mi è arrivato stanotte alle due passate, io l’ho letto stamattina e il telefono di Vitaliano risulta sempre spento… ho già mandato Mastro a casa sua gli ho spiegato che ,se non dovesse trovarlo, le chiavi le ha la domestica, Peppino darà un’occhiata in cerca d’indizi. Magari De cataldis è semplicemente in barca da qualche parte dove non c’è copertura di rete!”
Proprio in quell’attimo il telefono del commissario prese a squillare:” Ciao Peppì… hai controllato!?...  Capisco…  vieni in commissariato che ci organizziamo meglio.”
Lo sguardo di Peppino Mastro era eloquente:” Dottore sono entrato in casa del vice commissario ma non sapevo di preciso cosa cercare, ad un certo punto mi è venuta un’idea; la cameriera mi ha detto che il dottor De cataldis le ha concesso una settimana di ferie, sono entrato in camera da letto ma era tutto in perfetto ordine e anche il resto della casa è uno specchio, ho guardato bene nell’armadio, nel cassettone e  poi ho controllato i vari appendi-abito che sono in giro nell’appartamento, niente…  mi è sembrato assai strano che non ci fosse la fondina, è vero che il dottor Vitaliano è un poco fissato con le armi, ma non credo che si porti la pistola per andare a pesca. Infine sul comodino c’era questa busta ed il suo cellulare, completamente scarico… ah! Ho anche provato il carica batterie, non funziona.” Antonino Gargiulo, che aveva avuto un’idea simile, proprio in quell’istante entrò affannato, con Amalia al seguito, nell’ufficio di Sorrentino: ” Dottò in armeria la pistola  di De cataldis non c’è  e neanche nella sua scrivania.” Il commissario aveva aperto la busta consegnatagli da Mastro e rigirava tra le mani la banconota da venti euro che vi era all’interno, il biglietto blù era nuovo e frusciante.  Gargiulo, con la stessa aria del Tenente Colombo, suggerì:” Commissà questi euro puzzano di falso, che facciamo li mandiamo alla scientifica!?”
“Siii!... Così non li rivediamo più per chi sa quanti giorni; ho un’idea migliore, Peppì vai dal tabaccaio all’angolo quello certamente ha la macchinetta… fagli dare un’occhiata.” Peppino partì a razzo :” Antonì, tu vai giù nello sgabuzzino scommesse, sai perfettamente cosa ci serve per trovare Vitaliano.” Gargiulo lo guardò un attimo perplesso, poi, sempre seguito a ruota dalla sua guardia del corpo bavosa, sparì nel corridoio. Peppino Mastro, con un’aria torva, fece ritorno  dopo circa venti minuti, i suoi superiori lo attendevano impazienti:” Allora!?” Chiese Gargiulo :” Falsi, sono fatti bene ma sono falsi.” Sorrentino sorrise soddisfatto:” Bene! E’ un primo indizio, ma come mai ci hai messo tanto tempo?” Mastro abbassò lo sguardo, poi strinse vistosamente i pugni ed esplose:” Per farmi restituire la banconota da quel coglione ho dovuto qualificarmi, quel cretino voleva per forza chiamare i carabinieri.” Gargiulo partì a sfotterlo:” Certo sarebbe stato comico se ti facevi arrestare dalla benemerita, saresti uscito su tutti i giornali…”Mastro riprese :” Il tabaccaio era furibondo, pare che di biglietti falsi da venti  gliene avessero appioppati già due. Lui nella ressa i tagli più piccoli non li controlla… ora era certo di avermi già visto tra i clienti di ieri e voleva denunciarmi per forza.” Salvatore sembrava non seguire il racconto, il commissario stringeva in mano un bel paio di mutande blu e accarezzando la bullmastiff le sussurrò:” Ora andremo giù al porto e lì tu mi aiuterai a trovare il nostro amico.” La squadra di ricerca era a pochi metri dal suo obbiettivo quando Sorrentino, commissario capo del reparto operativo di Sorrento, sentì chiaramente qualcosa che vibrava nella sua tasca. Il suo respiro si fermò un attimo e lui si congratulò con se stesso per aver spento la suoneria del cellulare. “Pronto! Sono Sorrentino…” Una risatina beffarda… poi De cataldis gli rispose:” Lo so chi sei, ti si vede lontano duecento metri, tu e quell’animale che ti porti dietro!... Sono qui, nascosto tra le reti alla tua sinistra.” Salvatore istintivamente scartò di lato, mentre la sua u.c. corse a festeggiare il collega bipede aqquattato al buio:”Azzo Vitalià!...Ci hai fatto prendere un bello spavento, Antonino già ti dava per spacciato… meno male che Amalia è bravissima, mi ha condotto qui in un lampo.” De cataldis sbuffò:” Certo è veramente in gamba, se consideri la puzza di pesce che ho addosso… sai, per appostarmi meglio” E così dicendo Vitaliano indicò le reti, Il commissario sorrise e tirò fuori le mutande fornitegli da Gargiulo:” Evidentemente queste puzzano ancora di più… belle però… sai non ti ho mai visto in blu!… Sarai elegantissimo!?” De cataldis lo guardò di traverso:”  Ma quando mai ci siamo visti in mutande! E poi …non capisco!... Queste non sono mie, dove le hai prese?” Silenzio di tomba e stupore condiviso. “ Me le ha date Gargiulo!” Esclamò il commissario, poi restò un attimo pensieroso e concluse:” Si è fatto vecchio, lo dovrò pensionare!… Ma allora Amalia come ti ha trovato!?” De cataldis sghignazzò:” guarda che io non mi ero per niente perso, stavo solo cercando di capire… ci deve essere un movimento losco ma non ho ancora elementi…” Sorrentino tirò fuori la busta con i venti euro:” Comunque ci hai lasciato un ottimo indizio,  Peppino Mastro lo ha trovato sul tuo comodino…” Vitaliano sibilò:” Mi avete anche perquisito la casa?... Perché?...” Poi automaticamente si rigirò in mano la busta:”  Ma questi!?… Questi sono i venti euro che ho lasciato a mio nipote per comprarmi il carica-batterie che si era rotto. Questo telefonino invece me lo ha prestato il mio amico tabaccaio, quello che sta vicino al commissariato.” Salvatore buttò via le mutande e aggiunse:” Però com’è piccolo il mondo! Questi soldi sono falsi, perciò ci siamo mossi.” De cataldis si battè una mano sulla fronte e disse :” Ah! Ecco cosa stanno facendo!” Poi afferrò il collare di Amalia facendole capire di restare ferma, e chiese al suo collega:” Quanti siamo?” “ C’è Antonino con Peppino nella mia macchina in fondo al molo, hanno i cellulari accesi e attendono ordini.” Proprio in quell’istante Il vice brigadiere Amalia u.c. in servizio al commissariato di Sorrento emise un sordo brontolio e iniziò a puntare in direzione del panfilo. Salvatore chiamò gli uomini:”  Attenti!  Si sta muovendo qualcuno! Ho trovato De cataldis, sta bene,  siamo vicini al due alberi attraccato al molo, mi raccomando armi in pugno e pronti ad intervenire, al mio via accendete tutte le luci dell’auto e correte in  nostro appoggio.””Assa fa a Dio!” Sospirò Gargiulo:” Agli ordini capo!” Soggiunse entusiasta Peppino Mastro. I tre uomini che sbarcarono dal panfilo parlavano tra loro in inglese, ma quando Sorrentino ordinò ai suoi uomini di accendere i fari e a loro di restare fermi capirono immediatamente cosa stava succedendo. Il meno anglosassone di loro cercò di svignarsela all’inglese, ma la bullmastiff, anche per questione di patriottismo non se la sentì di farlo scappare, e con uno stile molto italiano intervenne a modo suo strappandogli i pantaloni fino alle mutande… non ci crederete… erano blu.

Nessun commento:

Posta un commento