lunedì 7 aprile 2014

TRE LETTERINE


La semplicità era uno dei punti di forza della antica cultura giapponese, è forse per questo che lo Zen, pur traendo spunti da altre filosofie orientali, è nato lì.
Tale dottrina, apparentemente essenziale, deve però contenere tutto ciò che è riconducibile al complesso mondo interiore che i figli del sol levante hanno nei secoli strutturato. Il fatto che per respirare bene l’aria debba essere aspirata dai piedi e che quindi essi, come delle radici, debbano stare il più vicini possibili alla madre terra, che la stessa aria trasporti energia vitale nel corpo e che quest’ultima, concentrata in un punto dell’addome chiamato hara, sia utilizzabile per ogni tipo di attività umana, pone gli scienziati occidentali di fronte ad un terribile dilemma: ma il giapponese ci è o ci fa. Non bisogna generalizzare, in realtà, tutto quello che ho descritto è poco conosciuto ed è messo in pratica solo da un ristrettissimo numero di individui, tra l’altro non tutti orientali; noi esseri normalmente evoluti, giapponesi compresi, senza arrivare alla ricerca interiore di tale energia e senza addentrarci nel potenziale che essa racchiude, possiamo tranquillamente continuare a respirare con il naso, ad usare scarpe super corazzate o con tacchi altissimi, a sforzare i nostri muscoli metabolizzando gli zuccheri essenziali e a chiederci perplessi come sia possibile racchiudere tutto lo scibile umano in tre letterine: ZEN.

Nessun commento:

Posta un commento