domenica 9 settembre 2012

Non si scherza! Non è un gioco...


Carletto quel giorno capì a sue spese cosa voleva dire essere ingenui, chiunque al posto suo si sarebbe messo a piangere , magari avrebbe cercato il conforto dei genitori;  lui no ,a lui la cosa piacque e in un certo qual modo ne trasse giovamento.
La scuola a quel tempo era quello che era, per non parlare della situazione politica in cui il nostro paese si trovava.
Carletto però aveva le sue idee, studiò, si preparò e nel tempo che seguì trovò la possibilità di partecipare ai grandi eventi che segnarono la nascita del regno d’Italia.
E’ utile dire che in quanto da lui narrato e che per anni ci è stato proposto in forma di favola  c’è in realtà tutto ciò che riguarda la vita reale.
Egli, nella storia che racconta, descrive con spietata severità il mondo in cui da sempre le nuove generazioni si affacciano, le sue contradizioni, i suoi inganni, le differenti scelte che portano noi tutti ad assumere nei confronti del sistema un ruolo, una parte più o meno recitata, a volte estremamente impegnativa, altre volte insignificante; o almeno ai nostri occhi così sembra.
Io, quel libro che da bimbo mia madre mi leggeva, oggi, all’ età di cinquantatre anni, l’ho ripreso.
Dentro quelle pagine ormai ingiallite ho ritrovato il piacevole sapore di cose antiche, ma anche la terribile sensazione che si… la vita è proprio così!
Noi uomini siamo capaci di grandi cose, riusciamo a comprendere l’universo, siamo  bravi medici  o  saggi consiglieri, giuristi eccelsi o magistrati esemplari.
Altri di noi invece hanno preso una brutta strada, i più furbi muovono i fili della politica, ma tutti ,e intendo tutti… sembriamo usciti dallo stesso copione.
Grazie Carletto, il tuo Pinocchio rende giustizia all’umanità.

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