lunedì 13 agosto 2012

CHICCO E SPILLO




L’alba, l’alba è sempre il momento più adatto per le valutazioni. Certe decisioni inderogabili hanno come comune denominatore la luce fioca del sole che nasce.
I due adolescenti erano stati fuori tutta la notte fregandosene delle raccomandazioni della madre:
- I bravi ragazzi  non vanno in giro di notte a cercare  guai, perché è di notte che succedono le cose più brutte .-
Il papà, con il solito sarcasmo, aveva sottolineato:- E’ vero ! E’ di notte che ti ho incontrata la prima volta… ah se fossi rimasto a dormire!-
I due fratelli erano praticamente inseparabili, insieme facevano tutto.
In quell’alba la situazione si presentava disperata; Chicco saltando su una barca era rimasto impigliato con una manina dentro una rete da pesca che un vecchio aveva messo a difesa della propria barca:
- Vedrete, aveva detto l’uomo agli amici, con questo sistema nessuno potrà abbandonare spazzatura o altre cose all’interno della mia barchetta, senza contare che così risulterà fastidioso anche appoggiarsi alla murata-
Tirare e agitarsi per cercare di liberarsi equivaleva a complicare la situazione, le maglie si stringevano di più ed il sangue iniziava a macchiare la rete. Spillo disse al fratellino:- Non ti muovere , vado a casa a chiamare papà- ma i lamenti di Chicco lo tenevano stupidamente bloccato li.
-Aiuto… la rete mi sega la carne! Aiutami Spillo!-
All’avvicinarsi del gigante il panico si impadronì dei due, Spillo si gonfiò e iniziò a gridare mostrando con furia le proprie armi all’intruso, ma il nuovo arrivato lo degnò appena di uno sguardo; la sua attenzione era completamente rivolta a Chicco il quale, bloccato dalla rete, risultava una facile preda.
Le grida e le minacce dei due fratellini fecero sorridere il mostro; egli, dopo aver valutato la situazione, cercò rapido nelle sue tasche un coltello o qualche altro tipo di arma.
-Fermati ti supplico!- gridava Spillo, mentre il povero Chicco ormai non aveva più l’animo di reagire, egli  senza più forze si stava abbandonando al triste destino che lo attendeva.
-Ffftss… ffftsss!- soffiava forte Spillo ma ormai la situazione stava precipitando, adesso i giganti erano due e entrambi puntavano il povero Chicco, lo avrebbero certamente sbranato. -Che alba terribile!... Mamma lo aveva previsto.- pensò il povero Spillo ormai incapace di fronteggiare l’attacco dei giganti.
La voce spaventosa di uno dei due aguzzini riecheggiò sulla spiaggia:- Presto dammi l’accendino!-
L’altro eseguì rapidamente senza dire una parola. Chicco chiuse gli occhi sentendo la sua fine avvicinarsi.
Tac… tac.. le maglie della rete iniziarono a sciogliersi al calore della fiammella che il gigante maneggiava come fosse  un lanciafiamme . Tac … tac… Il calore sprigionato dallo strumento di tortura , assieme all’odore di nailon bruciato, fecero mancare il respiro a Spillo il quale con un ultimo anelito di coraggio assaltò la mano del gigante affondando le sue armi nella carne del mostro, poi le forze gli vennero meno e fu costretto ad abbandonare l’impari lotta.
Il gigante, anche se ferito, continuò imperterrito la sua opera distruttrice, tac…tac… le maglie della rete cedevano una alla volta, tac… tac.. finché, ad un certo momento, accadde un miracolo e Chicco si ritrovò improvvisamente libero… egli,  con l'energia che ancora gli rimaneva, si girò rapido verso il gigante e gli artigliò un braccio con tutta la forza possibile facendolo sanguinare copiosamente.
Fu un attimo e il gattino nero Chicco raggiunse suo fratello gemello Spillo che lo accolse con miagolii di gioia; quindi, dopo aver rivolto un ultimo sguardo al campo di battaglia, i due corsero verso casa felici per lo scampato pericolo.
L’alba è trascorsa, ormai il sole ha iniziato il suo lavoro, i giganti si guardano negli occhi ancora un attimo, il primo dei due restituisce l’accendino all’altro mentre il sangue gli cola sul braccio, egli si asciuga la ferita sulla maglietta e sorride soddisfatto.
- Mai vista una simile aggressività! L’altro micio doveva essere un fratello di portata di quello rimasto impigliato,  lo ha difeso come una tigre difende i suoi piccoli.-
L’amico sorride, poi rimettendosi in tasca il lanciafiamme soggiunge:
-  Complimenti!... Io non mi sarei nemmeno avvicinato, sembravano idrofobi; mai assistito a niente di simile.-
-Il modo in cui hanno dimostrato di volersi bene non ha niente a che vedere con il mondo di noi umani-
conclude Salvatore.
- Certo!... Neanche il modo in cui ti hanno ringraziato ha nulla di umano.-

2 commenti:

  1. mamma gatta è saggia (?)
    il babbo non è galante, ma io sono un gufo e all'alba dormo, quindi non mi tange!

    una storia con i gufi non si potrebbe avere?
    adal

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    1. Ciao, vi sono vicino in questo momento triste.
      Ho in mente qualcosa ma il gufo è un animale particolare, bisogna andare a dormire tardi per studiarlo intanto c'è una cicala...

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