giovedì 28 giugno 2012

ANTROPIZZAZIONE


- Perfetto Salvatò, ma così si vede tutto, proprio tutto tutto?-
Il tecnico mi guarda con l’aria mistica del negromante a cui ci si rivolge per conoscere i fatti che verranno.
- Cioè mi hai collegato in rete? Ho il computer, il televisore, la parabola, internet, il telefono,tutto a portata di mouse?
Sorriso di compiacimento da quattrocento euro, attimo di commozione cibernetica, e rapido ritorno ai fatti.
-Ora devo andare, riapparirò solo in caso di virus, o se qualche hacker cercherà di violare la configurazione.-
Con una mano dietro la schiena , faccio i debiti scongiuri cercando di non farmi notare, ma lo specchio che ho alle spalle rivela al mistico le mie attitudini e la mia poca fede. Lo sguardo che ottengo è quasi di schifo, un saluto veloce, ed eccomi pronto a navigare in solitudine. La tecnologia che ho a disposizione mi metterà in contatto con il mondo, anche se, sarà un fatto caratteriale, provo un senso di sconforto e di fastidio quando ,mentre sto operando in rete ,qualcuno della mia specie mi arriva accanto e, sbirciando, cerca di condividere la mia esperienza. In quel frangente reagisco sempre allo stesso modo, clicco sulla casetta e fermo l’esplorazione. Dunque  dunque, qui c’è tutto quello che potresti aver voglia di conoscere… già, ma da dove iniziare? Mentre la domanda diventa sempre più angosciante mi accorgo che qualcosa non va.
La prima sensazione è di allarme ingiustificato. Mi volto , un rapido sguardo all’ambiente circostante…
sono solo. Rassicurato rivolgo il mouse verso lo schermo da quaranta pollici, cerco rapidamente, ho a disposizione un vastissimo menù, ma finisco come al solito in un groviglio di pubblicità, le cose più inutili spacciate come indispensabili simboli di benessere. La sensazione di disagio ritorna, con un rapido clic abbasso il volume dell’impianto, mi guardo intorno più attentamente, ed eccolo li l’alieno. Due enormi parabole montate ai lati di una struttura affusolata come un astronave. Due oblò minuscoli dai quali si percepisce la presenza di un intelligenza superiore, fasci di sensori filiformi nei quali le informazioni viaggiano alla velocità della luce, e una lunga appendice, retaggio di chissà quale forma di evoluzione rimasta incompiuta. Resto incantato da tanta grazia tecnologica concentrata in tanto pochi centimetri cubici. –Fantastico!- esclamo; l’alieno mi guarda attento, poi solleva lentamente il corpo assumendo una configurazione tipo: seduto sto più comodo. Capisco che mi sta studiando e per evitare di comunicargli ostilità cerco di restare immobile, il mouse a infrarossi che ho in mano scintilla, proiettando nei piccoli oblò lampi di luce rossa, l’altro resta ipnotizzato, capisco che una forma di comunicazione si è instaurata, si tratta di decriptare il linguaggio , e di rispondere in maniera adeguata. Sensazione magica, ho un’intuizione, è in momenti come questi che la mente umana dimostra la propria superiorità. Cercando di non spaventare l’ospite faccio scorrere il fototelecomando sulla mia coscia cercando di arrivare li, dove potrebbe trovarsi la chiave di condivisione del sistema. Quando sullo schermo le immagini cominciano ad ingrandirsi capisco di aver raggiunto lo scopo. L’alieno con un rapido movimento aggira la mia postazione, andandosi a posizionare sul bracciolo della poltrona alle mie spalle .  Lì l’essere riprende la configurazione: seduto guardo meglio, e mentre i sensori filiformi vibrano, gli arti anteriori iniziano a muoversi in un complicato rituale che la mia intelligenza primitiva decripta come segnali di gratitudine. Ora siamo in due a navigare. Il sito preferito? E’ vicino pochi megabyte, e ogni volta che l’alieno compare è li che andiamo a sbarcare:www.ilparmigianoreggianoèunalimentosano.com

2 commenti:

  1. queste cose possono succedere solo a casa nostra e nel frattempo satana&co si fanno ciotti ciotti di croccantini :)
    claudia

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  2. Noi (finora) i topi in casa non li abbiamo mai incontrati, sarà anche perché i gatti (pur ghiotti di croccantini) ogni tanto nottetempo in giardino li catturano e li accoppano; però quando mi capita di incontrarne uno all'imbrunire in fondo al giardino, sul tronco del pino storto o sulle rete di confine fra le foglie della vite canadese, che mi guarda immobile e impaurito, mi è così simpatico che se non fosse che il bon ton lo impedisce andrei a dargli i croccantini come faccio col merlo Merlino.

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