domenica 27 settembre 2015

Il taglio giusto


Di quei tempi in cui eravamo bambini io mia sorella e i nostri cuginetti, ricordo perfettamente le domeniche. Normalmente allora i nostri genitori ci portavano in campagna e spesso venivamo accuditi da  una loro vecchia parente, la zia  Amalia.
Prima di arrivare a casa di Amalia le raccomandazioni erano sempre le stesse:”Non sporcatevi come porcelli, non giocate con gli attrezzi agricoli che vi fate male e, soprattutto, non credete alle cose che vi racconterà la zia.” L’aia con un  mare di galline, le oche che puntualmente ci aggredivano, i piccoli di maiale che succhiavano dalla mamma e le mucche dalle quali zia Amalia tirava fuori quel latte che non ho mai più bevuto in vita mia, così volava via la domenica. La parte più interessante della giornata però era proprio quella in cui la zia ci radunava intorno a lei e ci raccontava le cose.” Qualcuno” diceva la zia  ”potrebbe lasciarvi credere che queste che vedete appese alla porta della stalla siano delle vecchie forbici dimenticate lì per caso; è vero che sono vecchie e devono assolutamente esserlo, è vero anche che sono delle comuni forbici da sarta o meglio da barbiere perché hanno le due lame a punta, ma ora servono a tutt’altro.” A quel punto la zia accostava la porta della stalla per evitare che orecchie estranee potessero carpire le sue rivelazioni, si avvicinava a noi raccogliendoci in una specie di cerchio magico e proseguiva: “cari piccolini , è essenziale che queste forbici abbiano lavorato molto, da nuove non servirebbero a niente. E’ anche importante che chi le ha usate ne abbia ricavato lecito profitto, e che non si siano mai sporcate di sangue, neanche di quello animale, altrimenti prima bisogna farle benedire. Infine vanno appese aperte, in maniera che siano sempre pronte a tagliare… quello che c’è da tagliare!” A quel punto ricordo che mia cugina, che era la più grandicella del gruppo, le chiese: ”Ma zia, così in alto come sono appese, che cosa possono tagliare!?” Amalia sembrò trasfigurarsi, con gli occhi che le brillavano nella semioscurità della stalla, mise una mano in testa a mia sorella che invece era la più piccina di tutti e, come a voler allontanare da noi qualcosa di pericoloso, in un suo linguaggio antico e segreto mormorò qualcosa; poi aggiunse: ”Tagliano di tutto e soprattutto tagliano bene.” Gli sguardi perplessi di una mezza dozzina di mocciosi la spinsero a continuare:”Vedete le mie mucche!?... Quando il loro pelo è così bello e brillante io so per certo che le forbici hanno funzionato.”

Nessun commento:

Posta un commento