E' ben strano che alcune azioni, certamente rifiutate dalla ragione, possano costituire motivo di orgoglio e risveglino, anche in individui aperti alle conquiste della scienza e della tecnica, un senso di appartenenza che oggi ritroviamo soltanto in alcune tribù scoperte da poco nei meandri della foresta amazzonica.
Un pochino mi vergogno a parlarne, ma solo un pochino.
In alcuni miei vecchi post ho ampiamente scherzato sulla credulità umana e sui comportamenti rapaci di chi riesce ad approfittarne.
Parlando della mia pro, pro zia Amalia ne ho esaltato le capacità ammaliatrici" Nomen omen".
La simpatica era signorina, requisito indispensabile, e riusciva sempre con semplicità ed astuzia a creare intorno a sè un alone di ragguardevole temenza. Certamente lei fu fortunata, il tempo dei roghi era trascorso da secoli, restava solo il retaggio di una streghitudine mai acclarata ma sempre temuta.
"Eh! piccolina mia"diceva a mia madre" Se tu sapessi come ti voglio bene e come ti ho curata mentre tua madre era intenta a lavorare e a tirare la carretta."
Uno dei racconti di mia madre che ricordo e che ancora adesso mi riporta rabbrividendo al particolare modo in cui Amalia dava il meglio di sè narra che da generazioni nella nostra famiglia ai nuovi nati veniva imposto un rito a cui nessun bebe' poteva sottrarsi. La zia, con il consenso della nipote e con lo sconcerto del padre del nascituro, rapiva momentaneamente il cucciolo e lo portava a casa sua,
lì apparecchiava la tavola mettendo tanti posti a sedere quanti erano i membri della famiglia del nascituro, una candela accesa e un leggero profumo d'incenso corredavano la scena, allora la maliarda tirava fuori una scatolina d'argento nella quale aveva conservato preventivamente il cordoncino ombellicale del nuovo arrivato e recitando una segreta litania lo metteva sul tavolo nel posto riservato al neonato, quindi in maniera benevola dava un pizzicotto sulla guancia sinistra del nipotino e sorridendo affermava:" adesso siamo certi che ad ora di pranzo, sarai sempre con noi ."Tutto ciò nel mio immaginifico sa tanto di medioevo, di superstizioni e anche un pochino di magia bianca; da uomo odierno, lo rifiuto e certamente lo ritengo sepolto dalla modernità e dalla scienza.
Un po' di giorni fa però è stato il secondo compleanno di Morgana, la mia prima nipotina, ed è proprio durante il tentativo da parte della streghetta di spegnere le sue due candeline che la madre, mia figlia, laureata in chimica, mi ha guardato un attimo e mi ha folgorato dicendomi:" ma il pizzicotto di zia Amalia andava dato sulla guancia destra o sulla sinistra?" istintivamente ho portato la mano alla mia guancia sinistra e lì sono restato basito a pensare...




